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  • BRODO DI GALLINA DEL PRANZO DI NATALE

    Lù bbrode de natale

    Oggi voglio riportare alla mente il ricordo di una tradizione secolare delle terre pescaresi di questa zuppa prelibata veniva amorevolmente preparata dalla mia cara nonna non solo in occasione del pranzo di Natale, ma anche durante la stagione invernale.Un piatto che si basa principalmente sull’uso di ingredienti poveri ,( principio fondamentale su cui nasce e si sviluppa tutta la cucina abruzzese),i quali, cucinati insieme creano una vera e propria sinfonia per le papille gustative.Il profumo inebriante del brodo che sobbolliva lento..a fuoco dolce sulla stufa a legna, il senso di tepore.. mentre fuori c’ era un freddo secco e pungente...

    Tempo di preparazione
    circa 2 ore

    Ingredienti per 4 porzioni

    Per il brodo:

    • 500 gr di gallina in pezzi
    • 1 carota
    • 1 piccola cipolla
    • 1 costa di sedano
    • 1 foglia di alloro
    • 1 gambo di prezzemolo
    • 300 di indivia
    • 1 piccolo pomodoro poco maturo (a piacere).
    • sale grosso
    • pepe
    • noce moscata

    Per la pizza rustica:

    • 5 uova
    • 40 gr di pecorino grattugiato
    • olio extravergine

    Per le pallottine:

    • 100 gr di carne macinata mista
    • 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
    • sale

    Come mi ha insegnato la mia nonna, per fare un buon brodo bisogna mettere a cucinare la carne a freddo in modo che insaporisca il liquido. Per preparare un buon bollito si aggiunge invece la carne solo quando il liquido bolle già così che essa possa sigillare, risultando poi più saporita. Per ottenere entrambi bisogna mettere nella pentola abbondante acqua fredda, ( nella nostra ricetta ne occorrono 3-4 litri), poi unite la cipolla, la carota, il pepe, il sedano, alloro, gambo di prezzemolo, il pomodoro e la carne. Fate bollire e cuocete per una quarantina di minuti, schiumando spesso. Salate, abbassate la fiamma al minimo e proseguite la cottura col coperchio per circa 1 ora e mezza.

    Adesso passate a preparare la pizza rustica sbattendo con la forchetta in una fondina le uova insieme al pecorino e cuocete in padella come fosse una normale frittata, oppure in forno a 180 gradi per una decina di minuti fino a doratura (Io che amo le cotture in forno ho scelto quest’ultimo) e mettete da parte. Preparate le polpettine di carne della grandezza di piccoli ceci , semplicemente mischiando il macinato con un pizzico di sale e col parmigiano. Mettetele in frigo a riposare fino al momento di cuocerle. Intanto mondate, lavate l’indivia e tagliuzzatela sottile e riducete a cubettini la pizza rustica ormai fredda. Quando mancheranno più o meno 15 minuti al termine della cottura del brodo, unitevi prima le pallottine, facendole ben insaporire, e pochi minuti dopo l’indivia e la frittatina. Spegnete, distribuite nei piatti individuali e a piacere servite con pecorino grattugiato. A parte in un piatto mettete la carne, contornando con le carote e le verdure del brodo da mangiare insieme al brodo.

    Buon appetito!

    Spero di cuore che il mio ricordo vi sia piaciuto, e che magari sia anche per voi legato alla tradizione di casa.

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    Ciao a tutti e.. alla prossima ricetta!

  • CHITARRINA CON RAPE E GUANCIALE PICCANTE

    Tempo di preparazione più il riposo della pasta: circa 3 ore

    Dose per 4 porzioni:

    Ingredienti per l’impasto:

    • 200 gr di farina di semola di grano duro
    • 200 gr di farina ‘00
    • 4 uova
    • un pizzico di sale
    • un goccio di olio extravergine

    Ingredienti per il condimento:

    • 1 kg circa di rape pulite
    • 1 piccola cipolla
    • 1 spicchio d’aglio
    • olio extravergine
    • sale
    • pepe
    • 20 gr di pecorino stagionato
    • peperoncino piccante a piacere

    Iniziate disponendo le farine a fontana sul piano di lavoro, sgusciate le uova ed unitele insieme ad un pizzico di sale, e un goccio di olio evo.

    Mischiate il tutto sbattendo con la forchetta ed impastate per ottenere un panetto sodo e ben omogeneo. Bisogna lavorare a lungo e bene l’ impasto in modo che la pasta resti morbida ma soda, evitando di sfaldarsi in fase di cottura. Avvolgete quindi la palla di impasto nella pellicola per alimenti e lasciate riposare in luogo fresco ed asciutto per 1 oretta circa. Trascorso il tempo del riposo stendetela ad uno spessore di circa 4-5 mm col mattarello o con la macchinetta. Dopodichè passate le sfoglie ottenute sopra “lu Carratore”, dal lato con i fili più stretti, di modo che possano formarsi le chitarrine. Spolverizzate di farina, pressate leggermente con un piccolo mattarello ed il gioco è fatto. Raccogliete in modo ordinato la pasta e disponetela su di un canovaccio pulito spolverato di farina, coprite e tenete da parte. Intanto lavate le rape; in una pentola mettete abbondante acqua salata e nel momento in cui bolle tuffatevi le verdure e cuocetele al dente per alcuni minuti. Scolatele e poi metteteli in una ciotola con acqua fredda o con acqua e ghiaccio per fermare la cottura e mantenere il bel colore verde brillante. Vi raccomando di non buttare via la loro acqua di cottura . Adesso in una padella mettete a rosolare la cipolla, poi aggiungetevi il guanciale tagliato a striscioline sottilissime in modo che diventi bello croccante. Togliete e tenete da parte e nella stessa padella unite un po’ di olio evo con lo spicchio d’aglio in camicia e saltatevi per alcuni minuti le rape.Intanto cuocete la pasta nell’acqua di cottura delle verdure. Scolatela al dente e versatela in padella con le rape, terminando la cottura a fiamma media aggiungendo qualche mestolo di acqua di cottura della pasta, se necessario.Mescolate, aggiungete il guanciale croccante lasciandone un po’ per la decorazione del piatto finito. Servite con pecorino grattugiato e a piacere con peperoncino piccante.

    E.. buon appetito a tutti!

    Per il momento siamo giunti alle fine della nostra consueta rubrica con le esperienze di gusto in giro per il nostro bell’ Abruzzo, ma ritorneremo presto per un nuovo racconto, una nuova prelibatezza da vivere e condividere insieme. Spero che anche oggi sia riuscita a trasmettervi l’amore che sento per la mia regione e ci vediamo presto su tutti i social.

    Condividete... taggate... inviatemi i vostri suggerimenti in cucina.

    Ciao e a presto!

  • FETTUCCINE ALLE CREME DI RICOTTA E PEPERONI CON ZAFFERANO

    Fettuccine con crema di ricotta, peperoni e zafferano

    Eccoci e bentornati al nostro appuntamento con il gusto. Ricordiamoci che, come per tutte le cose, soprattutto per realizzare la pasta fresca fatta in casa, non deve mai mancare l’ ingrediente più importante, cioè l’ amore.

    Preparare la pasta in casa è un modo per rispettare ed onorare sempre la nostra tradizione di famiglia, di cui non dobbiamo far perdere le tracce, in una società che va sempre di fretta e che purtroppo presta sempre meno attenzioni e cura per le origini da cui proviene. Tutti abbiamo avuto una nonna o una madre amorevole che ci ha insegnato a mettere le mani in pasta, per questo, in ricordo dell’ infanzia passata facciamo anche noi lo stesso, insegnando e tramandando a figli e nipoti l’ arte di regalare un gesto di cuore alle nostre famiglie, sporcandoci le mani di farina. Perchè poi, fare la pasta all’uovo è molto facile e divertente, e gli ingredienti per realizzarla sono pochi e semplici, sempre nelle nostre dispense di casa. Un consiglio è quello di considerare nella dose un uovo a persona.

    Tempo di preparazione: 1 ora e 30 minuti circa compreso il riposo.

    Dose per 4 porzioni, (per 1 kg circa di pasta fresca).

    Ingredienti per preparare la pasta:

    • 200 gr. di farina di grano duro
    • 200 gr. di farina ‘00
    • 4 uova
    • un pizzico di sale
    • un cucchiaio di olio extravergine di oliva
    • Ingredienti per il condimento:
    • 400 gr di ricotta di pecora
    • 2 bustine di zafferano di Navelli
    • pepe
    • qualche fogliolina di menta o prezzemolo a piacere
    • 3 piccoli peperoni gialli o misti a piacere
    • 1 spicchio di aglio, olio, sale e pepe

    Iniziate preparando la pasta mischiando le due farine, unendo le uova,( è buon uso rompere le uova separatamente in un piattino per controllare che siano buone ), un pizzico di sale e l’ olio. Impastate per bene, per 15-20 minuti, poi, ottenuto un panetto sodo ed elastico copritelo con la pellicola e mettetelo a riposare in luogo fresco ed asciutto, ma non in frigorifero, (a meno che non abbiate la necessità di stendere l’ impasto il giorno seguente ), per 40 -60 minuti. Trascorso il tempo del riposo stendete con il matterello in una sfoglia sottile. Questa è la parte senza dubbio più faticosa e pesante della preparazione della pasta fresca, quindi, armatevi di pazienza e tenete duro! La cosa più importante è l’uso corretto del matterello. Le mani devono partire stando vicine sopra il mattarello, arrotolando piano piano la sfoglia e spolverizzandola di farina per non farla appiccicare. Mano a mano che scorrono sul piano di lavoro, devono muoversi lungo i lati, distanziandosi poi mentre la sfoglia viene tirata e si allarga e si allunga. Ogni tanto bisogna srotolare la pasta, per poterla girare, rispolverizzare di farina e riarrotolare di nuovo sul matterello, procedendo allo stesso modo di lavorarla e tirarla. Dovrete così ottenere una sfoglia rotonda spessa 2-3 mm, (a seconda del vostro gusto, se vi piacciono più o meno sottili), e di una lunghezza di 20-25 cm. Fate asciugare all’aria, distesa sul tavolo di lavoro, con una spolverata di farina, cosi che la sfoglia sarà ben asciutta, ( non secca ), per tagliare le vostre fettuccine. Adesso arrotolate la parte più stretta della pasta fino ad arrivare a metà della sfoglia, poi arrotolate anche l’altro lato e tagliate con un coltello grande e ben affilato le fettuccine ad uno spessore di 3-5 mm. Prendete con delicatezza le fettuccine fra le mani e fate srotolare la parte arrotolata che rimane, disponetele su un canovaccio pulito ed infarinato.
    Potete conservare le fettuccine fatte in casa per un giorno a temperatura ambiente, disponendole coperte con un canovaccio pulito ed infarinato, oppure avvolgerle a forma di nido, spolverandole con la farina per evitare che si attacchino fra di loro, e poi riporle già porzionate nel congelatore.

    Intanto mentre l’ acqua della pasta bolle, preparate il condimento: Lavate, private del picciolo e di eventuali semi due peperoni, poi tagliateli a listarelle sottili e metteteli in padella a soffriggere con aglio e olio, salate, papate, e quando sarano cotti frullateli insieme al pecorino. A parte friggete alcune falde di peperone per la decorazione finale. Sciogliete lo zafferano in poca acqua calda, aggiungetelo alla crema di peperoni e mettete in padella. Scolate la pasta al dente e fatela insaporire saltandola nel condimento. Amalgamate bene, spolverate con un po’ di pepe, pecorino, foglioline tritate di menta o prezzemolo.

    Servite e gustate!

    Per il momento dobbiamo salutarci cari amici, ma ci vediamo presto con un altro ingrediente speciale per viaggiare nel gusto e nella tradizione delle nostre eccellenze enogastronomiche.

    Ciao e fate i bravi, a presto!

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  • MACCHERONI ALLA CHITARRA CON LE PALLOTTINE

    Maccheroni alla chitarra con le pallottine di carne

    Oggi voglio farvi viaggiare nei meandri della storia, proponendovi un grande classico e caposaldo della cultura enogastronomica abruzzese, in cui è racchiusa gran parte della sua tradizione. Sto parlando dei tanto celebrati “Maccheroni alla Chitarra”, la pasta regina delle nostre tavole domenicali e dei giorni di festa per vivere al meglio ogni pranzo o ricorrenza. Questo prodotto tipico, nella versione con le “pallottine di carne” è un’ eccellenza del territorio teramano, ma oggi trova ampia diffusione un po’ in tutta la regione. Prendono il nome appunto da “ lu Carratore, o qualsivoglia dire “ lu Maccherunare “, ”la “ Chitarra”, cioè, l’ attrezzo con cui vengono realizzati. Esso è un telaio composto da fili in acciaio disposti parallelamente che danno a questi spaghetti all’uovo l’ inconfondibile sezione quadrata. Sin dall’ antichità veniva tramandato di madre in figlia, insieme alla manualità e sapienza con cui ogni giorno hanno saputo e sanno abilmente modellare l’ impasto, ricavandone una sfoglia perfetta che mantiene la sua consistenza dalla lavorazione alla cottura. Le massaie accompagnano questa preparazione utilizzando rigorosamente “ lu’ cannelle’”, ossia il matterello, per far si che la pasta risulti ruvida e porosa, in modo tale da accogliere robusti ed importanti sughi a base di carni miste o cacciagione; ma anche con condimenti in bianco comunque un piatto gustoso e con carattere.

    Voglio condividere con voi tutti il mio ricordo legato a questo piatto tipico. Fin da bambina, ero molto curiosa come tutti i bambini, e riempivo di mille domande la mia povera nonna che, intenta nei preparativi del pranzo, per accontentare la mia curiosità conn calma e dolcezza mi si metteva accanto e in modo semplice iniziava ad istruirmi a diventare una brava massaia. Mi faceva vedere come impastare, come usare il mattarello, poi mi sistemava un banchetto accanto a lei e mi staccava un pezzo di impasto così da farmelo lavorare.

    Ero alta che arrivavo a malapena sotto al tavolo, ma ricordo ancora con commozione ed immensa gioia quei momenti trascorsi con lei ad osservare tutti i suoi minimi movimenti, per cercare di imparare e diventare brava come lei. Con le manine giravo e rigiravo l’ impasto mettendoci tutta la forza per lavorarlo bene, ed alla fine davo la piccola sfoglia che avevo preparato al lei, che la tagliava in maccheroni e in un pentolino a parte me lo cucinava. Quando lo mangiavo ero così orgogliosa che quella pasta l’ avevo preparata io, che per me era il pasto più speciale di sempre. Anche questa ricetta la dedico a te cara nonna, che, anche se non sei presente fisicamente sei comunque ogni giorno accanto a me, in tutti gli insegnamenti che mi hai dato.

    Grazie!

  • SAGNE E FAGIOLI A LA' TRAPPITARA

    Sagne e fagioli a la trappitaraCiao a tutti ed eccoci pronti per iniziare un altro viaggio nei gusti e nelle antiche tradizioni abruzzesi. Quet’oggi voglio proporvi una minestra davvero speciale: sagne e fagioli. Come tutte le ricette contadine che venivano preparate durante i mesi invernali, si abbinavano i legumi con la pasta fresca, (preparata con o senza uova), in modo da essere un piatto unico ed apportare il nutrimento di cui si necessitava, sia per far fronte al freddo, sia per svolgere i lavori quotidiani. Nello specifico vogliamo preparare insieme leSagne alla Trappitara. Come mi raccontavano i miei nonni deriva dall’ usanza che avevano i padroni del frantoio di offrire il pasto ai contadini che mentre erano “a lu’ trappite”aspettavano che fosse macinato il proprio raccolto. Poteva essere un piatto di verdura accompagnata da peperoni fritti e sarde fritte in pastella, o da un piatti di pasta, rigorosamente però preparato con olio nuovo ; intere notti ad aspettare il proprio turno a chiacchierare e raccontarsi dei vecchi tempi in compagnia di amici e parenti, si cercava di non sentire il freddo che incalzava. Le sagne sono una pasta versatile e semplice da realizzare, da fare in brodo o condire con sughi.

    Tempo di preparazione: un’oretta circa

    Dose: per 4 porzioni

    Ingredienti per fare la pasta:

    • 400 gr. di semola di grano duro
    • 200 gr. di acqua tiepida
    • 1 cucchiaio di olio extravergine
    • un pizzico di sale.
    • Ingredienti per il condimento:
    • 200 gr di ceci da ammollare
    • pomodori pelati
    • 2 piccole cipolle
    • 3 spicchi di aglio
    • olio evo
    • sedano
    • alloro
    • salvia
    • un rametto di rosmarino
    • crostini di pane

    Disponete la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungete acqua, sale, olio ed impastate per 15 minuti circa energicamente, poi fatene una palla liscia e compatta e lasciatela riposare per una mezz’oretta coperta con della pellicola. Trascorso il tempo del riposo stendete col matterello una sfoglia sottile dello spessore di circa 3 mm; una volta che avrete steso la pasta, lasciatela asciugare una decina di minuti all’aria a temperatura ambiente, spolverate con un po’ di farina. Con un coltello ben affilato suddividete la sfoglia in strisce di lunghezza irregolare di circa 6-7 cm. Spolverate di semola e distribuitele su un canovaccio pulito ad asciugare. Dopo aver tenuto in ammollo i fagioli secchi per circa 12 ore in abbondante acqua fredda, sciacquateli sotto l’acqua corrente e metteteli in una pentola coperti con acqua fredda, con un paio di spicchi di aglio, sedano, alloro, salvia ed un cucchiaio di olio evo per evitare che facciano la schiuma, quindi incoperchiate e fate cuocere a fuoco basso per circa due ore, mescolando ogni tanto. Pochi minuti prima del termine della cottura aggiungete una presa di sale, così che la loro buccia resti morbida, poi togliete gli odori e lasciate raffreddare i legumi a fuoco spento. In un tegame preparate un soffritto con olio e cipolla tritata finemente, poi aggiungete i pomodori pelati, e regolate di sale e di pepe. A fine cottura frullate la metà dei fagioli. Mettete intanto a bollire l’ acqua per cuocere la pasta; cuocetela e scolatela al dente, lasciandone da parte un pugnetto per ogni porzione che verrà poi fritta in un pentolino con olio evo, e poi messe ad asciugare su carta assorbente. Nello stesso pentolino a fuoco basso friggetevi il rametto di rosmarino, uno spicchio d’aglio in camicia, e le fettine di pane. A metà cottura aggiungete 2 peperono secchi. A vostro piacere togliete poi l’aglio ed il rosmarino se non vi aggradano. Condite le sagne con un paio di mestoli della loro acqua di cottura, con la crema di fagioli, i fagioli conditi, il soffritto, peperoni tritati e completate l’ impiattamento in piatti di coccio individuali con un giro di olio evo a crudo e con crostini di pane fritto.

    Ed eccoci al termine della nostra gustosa ricetta, spero che il viaggio nella tradizione contadina dell’ Abruzzo vi sia piaciuto e vi invito a seguirmi e condividere i vostri piatti del cuore, i vostri racconti della tradizione. Ci vediamo su tutti i social. Condividete, taggate, scrivetemi se avete dubbi, curiosità e sarò felice di rispondere alle vostre richieste. Un abbraccio e ci vediamo alla prossima esperienza ed al prossimo viaggio in giro per i borghi d’ Abruzzo. A presto ed un ringraziamento a tutti!

    Per una certa comodità e praticità, se volete, potete anche congelarle.